domingo, 5 de octubre de 2014

Corpo Celeste

Terraaa! il nostro nuovo laboratorio è cominciato, ma nel frattempo pubblichiamo questa bella recensione su Corpo Celeste, lo spettacolo nato dal laboratorio dello scorso anno.

CORPO CELESTE – Compagnia Franca Battaglia
Officina Culturale Via Libera
Recensione
Capita, aggirandosi per i vicoli di Roma, di trovare piccoli fuochi di cultura che fanno caldo al cuore. E’ il caso dell’Officina Culturale Via Libera che, dopo i mitici “murales”, porta un confortevole angolo di arte, spettacolo e musica al Quadraro. A due passi dalla metro, in Via dei Furi, un piccolo locale che offre buoni prodotti a piccoli prezzi, simpatia e tanti spunti culturali. E’ qui che si incontra il laboratorio teatrale “Franca Battaglia” di Ilaria Migliaccio, un’artista su cui si può contare per serietà e preparazione. La scommessa è con giovani attori non professionisti, appassionati di teatro - anche se viene da chiedersi perché non professionisti, visto che sono tanto bravi – e un canovaccio costruito sul caso “Galileo Galilei”. Prendendo spunto da Bertold Brecht, passando per Melville e arrivando al “Grande Inquisitore” di Dostoevskij, Ilaria e i suoi ragazzi circondano gli spettatori con un processo alla scienza e alla cultura giocando con una sedia e una sciarpa rossa. La terra è il “corpo celeste” inquisito, ma il processo vero è al potere ottuso che costringe all’abiura lo scienziato. Le stanze dell’insula sapientiae dove Galilei fu rinchiuso vivono ancora nel cuore di Roma prive di ogni accenno al grande processo, se non un piccolo anfratto. Così il “potere” si scrolla le colpe cancellandole col tempo. Lo scienziato abiura e si ritira colpevole di non aver sacrificato la propria vita alla scienza, ma il suo processo e il suo sapere sono andati ben oltre quelle misere accuse, cambiando la prospettiva sullo spazio e sul tempo. L’aspettativa era quella di un testo pesante, faticoso, ma il gioco, intelligente e leggero, è quello di avvicinare la gente al teatro e, come per magia, le stesse cose pesanti possono essere raccontate con immediatezza e semplicità. Ecco che il processo a Galileo diventa attuale, quasi fosse sui rotocalchi di oggi, un po’ di musica scelta con cura, qualche inno parodiato da canzoni famose e il gioco è fatto, uno spettacolo vero, coinvolgente e piacevole e che non si scorderà facilmente. Lo spazio è piccolo, ma gli attori, otto in tutto più Ilaria, riescono a muoversi con agilità, guardando e interagendo, senza disturbarlo, con il pubblico. Ogni tanto piccoli applausi festosi di una compagna di corso, ma avremmo voluto tutti applaudire, solo che eravamo curiosi di sapere come proseguiva la storia. Alla fine però ci siano sfogati anche noi in lunghi e meritati applausi.
Renato Volpone

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