Terraaa! il nostro nuovo laboratorio è cominciato, ma nel frattempo pubblichiamo questa bella recensione su Corpo Celeste, lo spettacolo nato dal laboratorio dello scorso anno.
CORPO CELESTE – Compagnia Franca Battaglia
Officina Culturale Via Libera
Recensione
Capita, aggirandosi per i vicoli di Roma, di trovare piccoli fuochi di
cultura che fanno caldo al cuore. E’ il caso dell’Officina Culturale Via
Libera che, dopo i mitici “murales”, porta un confortevole angolo di
arte, spettacolo e musica al Quadraro. A due passi dalla metro, in Via
dei Furi, un piccolo locale che offre buoni prodotti a piccoli prezzi,
simpatia e tanti spunti culturali. E’ qui che si incontra il laboratorio
teatrale “Franca Battaglia” di Ilaria Migliaccio, un’artista su cui si
può contare per serietà e preparazione. La scommessa è con giovani
attori non professionisti, appassionati di teatro - anche se viene da
chiedersi perché non professionisti, visto che sono tanto bravi – e un
canovaccio costruito sul caso “Galileo Galilei”. Prendendo spunto da
Bertold Brecht, passando per Melville e arrivando al “Grande
Inquisitore” di Dostoevskij, Ilaria e i suoi ragazzi circondano gli
spettatori con un processo alla scienza e alla cultura giocando con una
sedia e una sciarpa rossa. La terra è il “corpo celeste” inquisito, ma
il processo vero è al potere ottuso che costringe all’abiura lo
scienziato. Le stanze dell’insula sapientiae dove Galilei fu rinchiuso
vivono ancora nel cuore di Roma prive di ogni accenno al grande
processo, se non un piccolo anfratto. Così il “potere” si scrolla le
colpe cancellandole col tempo. Lo scienziato abiura e si ritira
colpevole di non aver sacrificato la propria vita alla scienza, ma il
suo processo e il suo sapere sono andati ben oltre quelle misere accuse,
cambiando la prospettiva sullo spazio e sul tempo. L’aspettativa era
quella di un testo pesante, faticoso, ma il gioco, intelligente e
leggero, è quello di avvicinare la gente al teatro e, come per magia, le
stesse cose pesanti possono essere raccontate con immediatezza e
semplicità. Ecco che il processo a Galileo diventa attuale, quasi fosse
sui rotocalchi di oggi, un po’ di musica scelta con cura, qualche inno
parodiato da canzoni famose e il gioco è fatto, uno spettacolo vero,
coinvolgente e piacevole e che non si scorderà facilmente. Lo spazio è
piccolo, ma gli attori, otto in tutto più Ilaria, riescono a muoversi
con agilità, guardando e interagendo, senza disturbarlo, con il
pubblico. Ogni tanto piccoli applausi festosi di una compagna di corso,
ma avremmo voluto tutti applaudire, solo che eravamo curiosi di sapere
come proseguiva la storia. Alla fine però ci siano sfogati anche noi in
lunghi e meritati applausi.
Renato Volpone
domingo, 5 de octubre de 2014
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